venerdì 28 novembre 2008
La marmitta non funziona
Sono giorni che ci provo...
spingo, arranco, chiuso a uovo!
Ma che odori e che sconquassi
ma non escon i liquassi.
Bevo latte a tradimento
e sento SOLO un gran tormento
quindi corro al gabinetto
ma mi esce un sol trombetto.
Mò mi dico, un pò invasato, che la cosa è assai vicina
ma deambulo arraggiato,verso quella che è la cucina.
La pasta scuoce ed il sugo è bruciato
ma il temporale or si riannuncia col boato.
Il momento è devastante
e la carta igenica è mancante!
Ma è iniziato il momentone
e la prima metà è già nel pantalone!!!...
corro in fretta e senza indugio
perchè il cesso è il mio rifugio.
Ma che dire? Ma che fare?
Ora non lo si può più fermare.
Tra olezzi e pacciughi
cerco uno straccio che m'asciughi....
Sono allegro e sò rinato
perchè le riserve, almeno, ho svuotato!
Palle
giovedì 27 novembre 2008
Senza permesso di soggiorno dell' Arcobaleno
Un giorno che pioveva stavamo sopra a un arcobaleno.
Ci scapezzavamo col carruociolo*
poi se ne andò l'arcobaleno.......
e andammo a finire con la faccia per terra.
Era il per terra della vita
che non fai nemmeno in tempo a rialzarti
che ti danno uno scozzettone** fortissimo da dietro
e ti menano un'altra volta per terra
E diventammo ben presto senza permesso di soggiorno dell' arcobaleno,
aspettando ad ogni maletiempo,
che il Padreterno ci chiamasse
in modo da ricongiungerci con Lui..........
Ma l'arcobaleno non venne nemmeno se gli offrivamo una tassoni al bar,
con i suoi magici colori
allora noi vedemmo che c'erano anche altri colori
e che tra tutti quanti i colori
c'erano i colori belli
ed anche i colori brutti
Sono i colori del mondo attorno a noi,
giovani d' oggigiorno,
che pure che viviamo in un mondo fatto di problemi di attualità
torniamo a sorridere senza motivo
proprio come ai mongoloidi
e allora quando il Padreterno ci chiamerà
assettato sopra all' arcobaleno
vorrà dire che noi saremo morti
e andremo a finire sottoterra in mezzo ai viermi.
La mamma di chi vota No è nemica della cultura e della democrazia.
poi se ne andò l'arcobaleno.......
e andammo a finire con la faccia per terra.
Era il per terra della vita
che non fai nemmeno in tempo a rialzarti
che ti danno uno scozzettone** fortissimo da dietro
e ti menano un'altra volta per terra
E diventammo ben presto senza permesso di soggiorno dell' arcobaleno,
aspettando ad ogni maletiempo,
che il Padreterno ci chiamasse
in modo da ricongiungerci con Lui..........
Ma l'arcobaleno non venne nemmeno se gli offrivamo una tassoni al bar,
con i suoi magici colori
allora noi vedemmo che c'erano anche altri colori
e che tra tutti quanti i colori
c'erano i colori belli
ed anche i colori brutti
Sono i colori del mondo attorno a noi,
giovani d' oggigiorno,
che pure che viviamo in un mondo fatto di problemi di attualità
torniamo a sorridere senza motivo
proprio come ai mongoloidi
e allora quando il Padreterno ci chiamerà
assettato sopra all' arcobaleno
vorrà dire che noi saremo morti
e andremo a finire sottoterra in mezzo ai viermi.
La mamma di chi vota No è nemica della cultura e della democrazia.
*scivolavamo con lo slittino.
** ceffone sulla nuca.
** ceffone sulla nuca.
Pioggia
Tremendamente trema a terra il terroretto.
Bruciore vaginale
mercoledì 26 novembre 2008
Come viecchi inzallanuti
Come viecchi inzallanuti
giriamo come i sciemi nella nebbia
La nebbia della vita
che quando c'è la nebbia non si riesce a vedere niente
e lo dicono pure alla televisione :
"statevi attenti se dovete uscire con la macchina........
perchè c'è la nebbia".
Ma ecco che,
come sembrava che era finita la nebbia
bello e buono arriva una pioggia.......................
fortissima
E se tieni un calendario sottomano
cominci a farteli tutti quanti
così come vola l'aeroplano
cominciano a volare pure i santi.
Ed è subito sera.
giriamo come i sciemi nella nebbia
La nebbia della vita
che quando c'è la nebbia non si riesce a vedere niente
e lo dicono pure alla televisione :
"statevi attenti se dovete uscire con la macchina........
perchè c'è la nebbia".
Ma ecco che,
come sembrava che era finita la nebbia
bello e buono arriva una pioggia.......................
fortissima
E se tieni un calendario sottomano
cominci a farteli tutti quanti
così come vola l'aeroplano
cominciano a volare pure i santi.
Ed è subito sera.
martedì 25 novembre 2008
Vertigine: analisi testuale
Vertigine
Il senso di vertigine
dell’immensità di un cielo stellato.
La lieve carezza del silenzio
che accompagna l’arrivo della notte.
I ricordi
che prendono le forme delle sue mille ombre
fino a fondersi con i sogni……
Nero74
Analisi testuale.
Questo carme, opera del sedicente poeta Nero74, è un malriuscito tentativo di composizione ermetica. La stringatezza della poesia, infatti, non si accompagna con l’incisività e la ricchezza di significati tipica dell’ermetismo. L’argomento della vertigine, già utilizzato in una nota canzone degli U2, è qui accostato all’immensità di un cielo stellato, ed appare come un probabile indice di disturbi all’orecchio interno, organo responsabile della percezione gravitazionale, e, quindi, dell’equilibrio. La vertigine che coglie l’autore è accompagnata dalla [sic] carezza del silenzio, che […] accompagna l’arrivo della notte. L’autore si trova dunque in preda alle vertigini, per cui incapace di reggersi in equilibrio, cade sdraiato in una notte stellata. Come è ovvio, i sogni ed i ricordi pervadono la mente di Nero74, supino nella notte; da questo, e dagli allusivi puntini sospensivi finali, si desume il fatto che la poesia sia una elegante e velata ode all’autoerotismo, concetto mai espresso, ma sotteso nell'opera.
Nero74
Analisi testuale.
Questo carme, opera del sedicente poeta Nero74, è un malriuscito tentativo di composizione ermetica. La stringatezza della poesia, infatti, non si accompagna con l’incisività e la ricchezza di significati tipica dell’ermetismo. L’argomento della vertigine, già utilizzato in una nota canzone degli U2, è qui accostato all’immensità di un cielo stellato, ed appare come un probabile indice di disturbi all’orecchio interno, organo responsabile della percezione gravitazionale, e, quindi, dell’equilibrio. La vertigine che coglie l’autore è accompagnata dalla [sic] carezza del silenzio, che […] accompagna l’arrivo della notte. L’autore si trova dunque in preda alle vertigini, per cui incapace di reggersi in equilibrio, cade sdraiato in una notte stellata. Come è ovvio, i sogni ed i ricordi pervadono la mente di Nero74, supino nella notte; da questo, e dagli allusivi puntini sospensivi finali, si desume il fatto che la poesia sia una elegante e velata ode all’autoerotismo, concetto mai espresso, ma sotteso nell'opera.
Ode Estemporanea N°66
lunedì 24 novembre 2008
Ammonio mari in tèrica baldanza.
Ammonio mari in tèrica baldanza,
perincitando assessi di cimastra
e lorponendo artefici a disastra
dilettamente in serica piangianza.
Cumulonembi apprescano la stanza
che trostambùra aletta di diastra,
prosifilòni uncistano l'allastra
per terticarsi assòniti in vallanza.
Quartisteranno i fosti mallorosi,
contré porranno i disti al sisto loto,
e perrierànno i còti ai pavinosi:
s'increderranno i cèrridi pro toto,
zemulinànti in mismi cellemosi
e somi sesti alcìni al Befomòto.
Non buttateci giù
Attessa mòre, levitando in gébilo.
Attessa mòre, levitando in gébilo,
quantunque attenda glòsoli addensàti,
e basilisco mòvesi nel grèbilo,
pur quantonando gli esiti dei fàti.
Aberra e abòrra, l'àcume besèbilo
tortaccionandosi nei fluvoli calàti,
ma tòrre e crosta l'uomo in vile èbilo,
ignomarando carichi e paràti.
Simmisca l'ermo strepito cocente,
lampetti quinto torrido congedo,
astìpuli l'antìpito coerente
e non s'accestri coli al bieco vedo.
S'astòcchi tùmulo daràndo tra la gente
e tratti d'assi dito duolo dedo.
Zumpappà
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